Procedura ordinaria (art. 208 D. Lgs. 152/06) per rilascio di autorizzazione di un impianto di gestione rifiuti: Rilascio dell'autorizzazione / Modifica sostanziale dell'autorizzazione

Rilascio o modifica sostanziale di autorizzazione in procedura ordinaria ex art. 208 del D.Lgs. 152/06 per gli impianti di gestione rifiuti di competenza della Città metropolitana di Roma Capitale ai sensi della L.R. 27/98 e s.m.i. e della D.G.R. 239/08.

 

 

Iter

Iter e durata del procedimento

Il procedimento inizia per istanza di parte presentando tutta la documentazione prevista. La Città metropolitana, nei successivi trenta giorni, procede alla preistruttoria della documentazione trasmessa e ne verifica la completezza. Nel caso in cui vengano riscontrate difformità tra la documentazione prevista e quella trasmessa, l’autorità competente sospende i termini e chiede all’istante di procedere, entro trenta giorni, all’integrazione di quanto richiesto. In caso di mancata integrazione nei tempi suddetti, l’autorità competente procede all’archiviazione d’ufficio dell’istanza. 

Verificata la completezza della documentazione trasmessa, la Città metropolitana provvede a dare comunicazione di avvio del procedimento e a convocare la conferenza di servizi prevista dalla legge al fine di acquisire i pareri, nulla osta e assensi necessari al rilascio dell’autorizzazione richiesta. 

Alla conferenza devono essere sempre convocati:

  • l’amministrazione comunale, l’ASL nel cui territorio viene realizzato l’intervento, l’ARPA Lazio, l’Area regionale “Rifiuti” ed eventuali altri Enti interessati;
  • l’istante (rappresentante legale o persona dallo stesso delegata) e il responsabile tecnico del progetto, al solo fine di fornire chiarimenti tecnici sugli elaborati trasmessi.

Il procedimento ha una durata di 150 giorni e può essere sospeso per eventuali richieste di integrazioni; ove l’impianto debba essere sottoposto alla procedura di Valutazione di Impatto Ambientale, i termini restano sospesi fino all’acquisizione della pronuncia da parte dall’autorità competente.
La conferenza di servizi:

  • procede alla valutazione dei progetti;
  • acquisisce e valuta i pareri degli Enti coinvolti, effettua un esame contestuale degli interessi pubblici coinvolti nel procedimento amministrativo, tenendo conto degli elementi relativi alla compatibilità del progetto con le esigenze ambientali e territoriali.

Rilascio di provvedimenti finali

Entro 30 giorni dal ricevimento delle conclusioni della conferenza di servizi e sulla base delle risultanze della stessa, viene rilasciata l'autorizzazione o il diniego motivato della stessa.

Prima della messa in esercizio, l’istante dovrà presentare il collaudo delle opere realizzate e le garanzie finanziarie di legge. Solo a seguito di tale presentazione l’autorità competente rilascia, entro trenta giorni, decorsi i quali si riterrà positivamente rilasciata, la necessaria presa d’atto facendo obbligo al gestore, prima dell’attivazione dell’impianto, di dare comunicazione dell’inizio dell’attività all’autorità competente ai sensi dell’art. 269 del D.Lgs. 152/06.

Rilascio di provvedimenti finali
Quando il procedimento amministrativo si conclude positivamente è emesso un provvedimento (Legge 07-08-1990, n. 241, art. 2). Per ottenere il rilascio del provvedimento consulta la sezione servizi connessi
Durata massima del procedimento amministrativo
150 giorni
Pagamenti
Procura
L'istanza può essere presentata da un procuratore, che deve sottoscrivere la Dichiarazione sostitutiva dell'atto di notorietà resa dal procuratore.

Accedere al servizio

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Moduli da compilare e documenti da allegare
Istanza per il rilascio di autorizzazione per impianti di gestione dei rifiuti
Documenti attestanti la piena disponibilità dell’area su cui verrà insediato l’impianto per tutto il periodo di durata dell’autorizzazione all’esercizio maggiorato di due anni
(in caso di affitto o di comodato, il proprietario dell’area è a conoscenza che sulla stessa verrà svolta attività di gestione dei rifiuti)
Attestazione da parte dell’Amministrazione Comunale territorialmente competente, ai sensi dell’art. 3 della legge regionale n. 1/1986, circa la presenza, o l’assenza, di diritti di uso civico sull’area dell’intervento oggetto di valutazione
Relazione geologica e idrogeologica
Studio di valutazione di impatto ambientale richiesto ai sensi di legge qualora necessaria e relativa sintesi non tecnica
Certificato di iscrizione alla CCIAA
Relazione paesaggistica
(redatta ai sensi del D.Lgs. n. 42 del 22 gennaio 2004, “Codice dei beni Culturali e del Paesaggio”, completa di tutta la documentazione di cui al D.P.C.M. del 12/12/2005, pubblicato sulla G.U. n. 25 del 31/01/2006, qualora l’intervento ricada in aree soggette a vincolo paesaggistico)
Documentazione prevista al Punto 6 dell’Allegato alla D.G.R. n. 213 del 18 maggio 2012
("Approvazione delle Linee guida agli uffici regionali competenti, alle Province, ai Comuni, all’Arpa Lazio, ai gestori di impianti di produzione ed utilizzo di combustibile derivato dal recupero di rifiuti, sugli adempimenti a seguito del recepimento della Direttiva 2008/98/CE di cui al Decreto Legislativo 3 dicembre 2010, n. 205 (correttivo al D.Lgs. 152/2006), per la parte relativa alla gestione del Combustibile Solido Secondario (CSS)”, nel caso di impianti di produzione ed utilizzo di combustibile derivato dal recupero di rifiuti)
Certificato di registrazione ai sensi del Regolamento CE n. 761/2001 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 19 marzo 2001 (EMAS) e/o di certificazione ambientale UNI EN ISO 14001
(rilasciata da organismo accreditato ai sensi della normativa vigente, laddove in possesso)
Relazione sottoscritta da professionista iscritto negli elenchi del Ministero dell’Interno, attestante la conformità del progetto alla vigente normativa antincendio in materia di prevenzione e protezione, comprensiva del D.M. del 26/07/2022
(o descrittiva degli eventuali adeguamenti necessari)
Richiesta al Com. Prov. dei VVF per il rilascio del certificato di prevenzione incendi (se l’attività in autorizzazione rientra tra quelle previste dal DPR 1/8/2011 n. 151 e smi) o dichiarazione che l’impianto non è soggetto all’obbligo del certificato
(da trasmettere quando ricorrono le condizioni)
Copia dell’istanza presso la competente struttura (regionale o nazionale) per l’avvio, delle procedure di VIA richiamate nella parte II del D.Lgs.152/06
(da trasmettere quando ricorrono le condizioni)
Modello autocertificazione antimafia (modello_antimafia)
Dichiarazione sostitutiva di certificazioni e dell’atto di notorietà relativa all’attestazione dei requisiti soggettivi – Rappresentante Legale (Modello_RL)
Nomina del Direttore Tecnico accompagnata dalla nota di conferimento dell'incarico a firma del legale rappresentante e dalla dichiarazione sostitutiva di certificazione e dell’atto di notorietà - Direttore Tecnico (Modello_DT)
Certificato di Destinazione urbanistica in corso di validità dell’area in esame con indicazione della presenza o assenza di vincoli ambientali, paesistici e a parco o altro tipo di vincoli
Inquadramento territoriale dell’intervento con Carta Tecnica Regionale (CTR) 1:10.000 con individuazione del sito di intervento
Stralci dei Piani Territoriali Paesistici vigenti con individuazione del sito di intervento
Mappa catastale relativa all’ubicazione dell’impianto con individuazione del sito di intervento
Stralcio dello strumento urbanistico generale comunale attuativo e relative Norme Tecniche d’Attuazione (NTA) con individuazione del sito di intervento
(qualora l’intervento si configuri in variante del vigente strumento urbanistico l’istante dovrà indicare la relativa proposta di variante con relativa destinazione d’uso e norme tecniche)
Stralcio di eventuali Piani Urbanistici sovraordinati comprendenti il sito
Planimetria della zona in scala 1:2000 in cui siano evidenziati: area circostante l’insediamento per un raggio di 500 metri; le costruzioni limitrofe e loro altezze, in particolare civili abitazioni, ospedali, scuole, case di riposo, ecc.
Planimetria quotata di insieme in scala non inferiore a 1:500 relativamente all’impianto, comprensiva dei distacchi da strade e ditte confinanti
Attestazione della legittimità delle preesistenze edilizie riportando i relativi titoli abilitativi ed elaborato grafico con le relative rappresentazioni dal quale si evincano in modo univoco gli immobili esistenti e relativi titoli legittimanti
(in caso di impianto esistente)
Autorizzazione paesaggistica acquisita per le opere esistenti
(qualora dovuta e in caso di impianto esistente)
Pianta quotata ante e post-operam dell’area dell’impianto
(con indicazione delle opere da realizzare o modificare, riportante lo schema di approvvigionamento idrico-potabile, dello scarico fognario e delle reti di raccolta delle acque meteoriche di dilavamento e di lavaggio delle aree industriali. Tale planimetria dovrà riportare in modo dettagliato le disposizioni interne dei locali, le relative destinazioni d’uso e l’altezza media degli stessi)
Sezioni longitudinali e trasversali dell’area, atte ad illustrare tutti i profili significativi dell’intervento anche in relazione al terreno, alle strade ed agli edifici circostanti ante e post-operam
(riportanti le quote altimetriche relative sia al piano di campagna originario sia alla sistemazione del terreno dopo la realizzazione dell’intervento, in scala non inferiore a 1:200)
Prospetti quotati, in scala non inferiore a 1:200, completi di riferimenti alle altezze e ai distacchi dagli eventuali edifici circostanti
Relazione tecnica riportante la descrizione dell’inquadramento territoriale e la localizzazione territoriale dell’impianto
(vincoli ambientali e di interesse storico, artistico ed archeologico esistenti; strumenti urbanistici vigenti e relative Norme Tecniche d’Attuazione (NTA); accessibilità stradale, distanze dalle infrastrutture viarie, ferroviarie, portuali ed aeroportuali; viabilità primaria esistente o da realizzare in relazione ai flussi di traffico presenti ed indotti dall’attività richiesta; conformità alle prescrizioni riportate nel vigente Piano Regionale dei Rifiuti; analisi del tessuto industriale e civile nell’ambito dell’area vasta con evidenza dei siti sensibili esistenti)
Relazione tecnica previsionale di impatto acustico ai sensi della Legge 447/1995 a firma di un tecnico competente in Acustica Ambientale
(tale relazione dovrà indicare la classe acustica identificativa della zona interessata dall’impianto, i limiti di emissione stabiliti dalla classificazione acustica comunale per la zona interessata dall’impianto, la periodicità di funzionamento dell’impianto (se continuo o no). Dovrà, inoltre riportare: le sorgenti di rumore; la loro localizzazione; la pressione sonora massima ad 1 m dalla sorgente; i sistemi di contenimento della sorgente di rumore; la capacità di abbattimento di tali sistemi)
Documento di valutazione dei rischi redatto ai sensi del D.Lgs. 81/08 sulla sicurezza e salute durante il lavoro nella quale devono essere specificati i criteri adottati per la valutazione degli stessi
(la stessa deve riportare, le misure di prevenzione e di protezione attuate nonché i dispositivi di protezione individuale in relazione ai rischi individuati. Deve, inoltre riportare le misure ritenute opportune per garantire il miglioramento, nel tempo, dei livelli di sicurezza)
Relazione tecnica riportante le caratteristiche degli ambienti di lavoro redatta ai sensi del D.Lgs. 81/08 e s.m.i.
Particolari costruttivi in opportuna scala grafica riguardanti la pavimentazione delle aree di stoccaggio dei bacini di contenimento e delle aree di transito e di manovra dell’impianto
Relazione tecnica delle opere da realizzare
(contenente almeno: descrizione opere da realizzare con le caratteristiche prestazionali e descrizione dei materiali prescelti, nonché delle strutture e degli impianti per quanto riguarda la sicurezza e la funzionalità degli stessi anche in relazione alla tipologia di rifiuti trattati; analisi dimensionale e relativo impatto urbanistico in relazione alle superfici coperte e non coperte esistenti e non esistenti, alle cubature esistenti e non esistenti, distacchi, ecc. delle opere da realizzare, in relazione agli strumenti urbanistici vigenti; l’incidenza sotto il profilo ambientale paesaggistico con particolare riferimento ai movimenti terra (vasche, invasi, sbancamenti, etc.))
Relazione tecnica gestionale
(contenente: la descrizione dei singoli processi di trattamento che si intendono effettuare presso l’impianto con riferimento agli allegati B) e C) alla parte quarta del D.Lgs. 152/06, nonché i macchinari ed attrezzature che si intendono utilizzare a tal fine, con le relative potenzialità e schede tecniche. Per ogni processo di trattamento dovranno essere individuate: le tipologie di rifiuto da trattare e l’indicazione dei processi che li hanno prodotti; le modalità di accettazione dei rifiuti; le quantità trattate giornalmente; tipo di materiali in uscita dal processo e le destinazioni successive; la descrizione del sistema di pesatura dei rifiuti all’ingresso e all’uscita dall’impianto le modalità di stoccaggio (D15 ed R13), riportando: descrizione delle aree da adibire agli stoccaggi con particolare riferimento alle caratteristiche di impermeabilizzazione e di contenimento. Le aree dovranno essere distinte per tipologie di rifiuto e per attività di gestione; descrizione delle procedure per lo stoccaggio (in mucchio, in contenitori, in big bag, etc.), con verifica dei limiti quantitativi previsti dal Piano gestione rifiuti; definizione delle caratteristiche tecniche delle dimensioni e del numero degli eventuali contenitori utilizzati; le modalità di ripristino e messa in sicurezza del sito in caso di evento incidentale o di dismissione dell’impianto; nel caso di richiesta di EER con finale XX.YY.99 il rifiuto dovrà essere identificato con una dettagliata descrizione merceologica e dell’attività che lo ha prodotto)
Documentazione attestante il rispetto di quanto contenuto nelle linee guida SNPA 41/2022
Planimetria di dettaglio dell’impianto, alla scala più opportuna, con evidenziate le aree di stoccaggio
(suddivise in: R13 – Rifiuti non pericolosi; R13 – Rifiuti pericolosi; D15 – Rifiuti pericolosi; D15 – Rifiuti non pericolosi. All’interno delle singole aree di stoccaggio dovranno essere indicati i rispettivi codice/i EER dei rifiuti e le relative operazioni di gestione, nonché le sostanze od oggetti (End Of Waste) prodotti. La stessa planimetria dovrà riportare le eventuali aree di trattamento suddivise secondo le linee produttive sopra individuate)
Schema di flusso delle attività produttive svolte
(entrata del rifiuto, invio alle zone di stoccaggio per l’avvio alle successive operazioni di trattamento, attività di trattamento, invio a successivo recupero o smaltimento etc.)
Elaborato planimetrico con evidenziato il percorso dei mezzi in entrata e in uscita dall’impianto, comprensivo dei passaggi intermedi (pesature, scarico/carico, manovre nelle aree di conferimento/deposito, ecc)
Attestazione del rispetto dei requisiti di cui al D. Lgs. 49/2014
(qualora la ditta intenda presentare domanda per la realizzazione di un impianto che preveda il trattamento dei R.A.E.E)
Accettazione dell'incarico del responsabile tecnico
Nomina dell'incarico del responsabile tecnico
Rifiuti derivanti dal processo di gestione dei rifiuti in entrata
Rifiuti per i quali è richiesta l'autorizzazione e modalità di gestione degli stessi
Rifiuti non derivanti dai processi di trattamento rifiuti da gestirsi in deposito temporaneo
Prodotti finiti conseguenti al processo di trattamento (End of Waste)
Scheda A – Scarichi acque reflue
Scheda A – Scarichi acque reflue (A.4. Descrizione dei punti di scarico)
Scheda C – Emissioni in atmosfera per gli stabilimenti in procedura ordinaria
Scheda C – Emissioni in atmosfera per gli stabilimenti (2.1. Emissioni convogliate)
Scheda E – Impatto acustico

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Ultimo aggiornamento: 22/05/2025 15:39.55